L’HASHTAG – Il cross di Abate

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Ecco un’altra nuova rubrica: L’HASHTAG. Prenderemo l’istante più significativo di ogni partita e lo fisseremo nelle memorie di questa stagione, in modo che, quando ce lo saremo dimenticato, quest’album di famiglia servirà a farcelo ricordare. Non necessariamente l’istante decisivo, quasi mai un banale gol, ma qualcosa che rappresenti il segno dei tempi senza dare nell’occhio. Esempi di Hashtag: il palo di Niang a Barcellona, la faccia di Cruijff ad Atene, la parata di Dudek su Shevchenko a Istanbul…
berlusconiocchialiSarà che alla fin fine i milanesi si assomigliano tutti, ma il Berlusconi che l’altro giorno strizzava gli occhi in tribuna d’onore dietro due occhialini da curato di campagna, affiancato dalle sue perpetue, somigliava idealmente a un certo personaggio, raccontato due o tre secoli fa da un altro bauscia doc: “Don Abbondio vide confusamente, poi vide chiaro, si spaventò, si stupì, s’infuriò, pensò, prese una risoluzione“, che poi era quella di tirare la tovaglia addosso a Lucia prima che quella dichiarasse di essere diventata la moglie di Renzo, in quel formidabile pezzo di letteratura che è il capitolo VIII dei Promessi Sposi (libro che nessun rossonero dovrebbe prendere sottogamba, se non altro per la fondamentale presenza dello sciagurato Egidio).

Sul prato di San Siro, niente di così drammatico: ciò a cui assistevano gli occhialini di Berlusconi era solo #ilcrossdiAbate. “Solo” si fa per dire, perché nella nostra memoria di milanisti gli assist d’Ignazio si contano sulle dita di una mano. L’autorevole Transfermarkt.it gliene accredita in realtà addirittura 10, ma andando a leggerli uno per uno ce ne sono di chiaramente farlocchi, come il tiro sbananato che divenne assist per la testa di Pato nel derby vinto 3-0 l’anno dell’ultimo scudetto. Ce n’è addirittura uno per Robinho in una trasferta a Cesena nel 2012, una combinazione più irripetibile di un allineamento perfetto tra Terra, Luna e Sole (e in sottofondo le note gravi di Così Crossò Abatustra). Insomma via, gli assist di Abate non se li ricorda nessuno, sono brutti e inutili, quei sogni strani che non ci ricordiamo quando ci svegliamo la mattina un po’ rincitrulliti. Ma ecco che arriviamo noi, a fissare il ricordo!

#ilcrossdiAbate arriva al 10′ del secondo tempo al culmine di un’azione fin troppo facile, complice anche una Lazio di incredibile mollezza e presunzione nella sua prima uscita stagionale (ce l’immaginiamo Reja, a sganasciarsi davanti alla tv). C’è Honda che scorrazza sulla linea dei 35 metri e allarga a destra per il suo collega di platinatura, che fa una decina di metri quasi al passo prima di mettere in mezzo quello che è proprio una bella palletta: tesa, veloce, precisa il giusto, perché non è che Muntari sia marcato ferocemente al limite dell’area piccola. Ma è gol!!! E dei più importanti anche, il secondo di una partita spartiacque tra un’altra annata mediocre e una invece più colorata e primaverile. Com’è stato primaverile questo meraviglioso agosto milanese, e i nostri eroi a comportarsi di conseguenza: risbocciano gli El Shaarawy, rinverdiscono i Bonera, persino gli Honda entrano nella stagione degli amori. Anche Inzaghi parla parole ispirate: “Perderemo delle partite con chi è più forte di noi, non con chi avrà più voglia”. Arriveranno pure i Torres, i Bonaventura, i Van Ginkel, torneranno i Pazzini e i De Sciglio. Ma se vogliamo crescere con logica e criterio, per un Milan che non sia più trash ma piuttosto una scoppiettante sophisticated comedy, nel giorno Uno dell’anno Uno Rossonero è giusto iniziare dal primo giocatore della serie A in ordine alfabetico: Abate, Ignazio.

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

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