Milan-Inter: le Pagelle Che Non Lo Erano

Non dovremmo pensare al 1908 solamente come all’anno in cui ialcuni milanisti pesanti e biliosi (ce ne sono alcuni in ogni epoca, per motivi che non capiamo) decisero che avrebbero annoiato i veri milanisti per sempre. In quell’anno sono nate anche delle personalità importanti, ed è a loro che sono ispirate le Pagelle Senza Voti di oggi.

Maignan – LIONEL HAMPTON
Jazzista che nell’era travolgente dello swing rese inaspettatamente popolare il vibrafono, col suo tocco leggero e delicato. Come il tocco delicato con cui Mike benedice il rasoterra da fuori area di Thuram.
Calabria – ANNA MAGNANI
Quest’anno evidentemente ha un solo modo di diventare protagonista, ed è causare rigori o essere espulso. Non ha fortuna nel tentativo di segnare nel primo tempo (gran parata di Sommer), ma in realtà nemmeno quando cerca di tatuare una rosa in faccia a Frattesi.
Tomori – HENRI CARTIER-BRESSON
In realtà a fargli la fotografia è soprattutto Thuram nell’azione del gol. Sembra abbastanza fuori fuoco per tutta la partita, ed è giusto che segni lui perché ha molto da farsi perdonare.
Gabbia – GIANLUIGI BONELLI
Partita degna del creatore di Tex: ovunque sia ci sono sparatorie, scazzottate, tizzoni d’inferno e facce di bronzo. Come a Roma, fa la differenza in area più degli attaccanti: sul palo che colpisce di testa, irrompe Tomori e segna.
TheoHernandez – BETTE DAVIS
Nel primo tempo è visibilmente spaesato dalla mancanza di Leao sul suo binario, nel secondo si raccapezza e difende la sua prestazione con un buon tiro e una buona progressione – ma alla fine nessuna delle sue giocate rimane negli occhi quanto la sua ennesima magistrale interpretazione del suo ruolo di perfida strega rossonera detestata dagli interisti.
Musah – TEX AVERY
Un altro Tex in campo, ma nel suo caso è quello dei cartoni animati frenetici e rocamboleschi inventati dal creatore di Bugs Bunny e Daffy Duck. Allo stesso modo, l’americano non lesina dinamismo e vivacità, ma l’effetto è quasi sempre una sana risata. Lampo della partita, la ripartenza alla fine della quale manda Leao in area facendoci sperare – ma That’s all, folks.
Reijnders – JAMES STEWART
Come il lungo, gentile attore de La vita è meravigliosa e Harvey, è fondamentalmente buono, ma anche incapace di far male a chiunque e di essere sexy. Quando Pioli ci fa vedere come sarebbe la vita senza di lui, non ci sembra molto peggiore.
Adli – GIOVANNI LEONE
Uno dei più discussi tra i nostri presidenti (della Repubblica, non del Milan), non fa molto per giustificare la carica di cui viene investito: a suo merito va il tentativo di accelerare un pochino i nostri ritmi esasperanti, ma perde palloni in modo scandaloso. Sarà una coincidenza storica, ma quando viene costretto a dimettersi, il Paese inizia a risollevarsi.
Loftus-Cheek – IAN FLEMING
Pare scritto dall’autore di 007, nel senso che sembra uno Spectre, al servizio segreto dell’altra squadra, nel Casino Royale che è il nostro centrocampo.
Leao – CESARE PAVESE
Anche tenendo conto che viene messo nel ruolo di punta vera che non ama affatto – ma detto questo, il suo motto sembra “Lavorare stanca”. Costretto a tirare di sinistro nella sua migliore occasione, entra nella piccola storia della nostra partita per l’assist di testa che consente a Gabbia di battere a rete nell’azione del gol.
Pulisic – SIMONE DE BEAUVOIR
L’esistenza precede l’essenza, diceva la scrittrice e femminista francese. Ed è questo il punto: l’esistenza di Pulisic in questa partita è tutta da dimostrare.
Giroud – GIOVANNINO GUARESCHI
Anche tenendo conto che detesta quando Pioli lo butta in campo dopo che gli altri hanno compromesso la partita, la sua figura non ha più quel piglio sulfureo con cui incendiava il nostro attacco di gol e assist e sembra aggirarsi nel nostro attacco come Don Camillo, cercando di evitare ogni rivoluzione.
Bennacer – JOSEPH McCARTHY
Come il senatore americano che accusava di essere comunisti tutti quelli più intelligenti di lui, si distingue soprattutto per come va ad allontanare Chukwueze dalla bandierina negli ultimi due calci d’angolo, per essere sicuro di condannarci definitivamente.
Chukwueze – HERBERT VON KARAJAN
Entra e inizia a dirigere l’orchestra con piglio forsennato. Nel finale di campionato varrebbe la pena di verificare una volta per tutte se è un primo violino o un piffero.
Okafor – NELSON ROCKEFELLER
Ha un patrimonio considerevole alle spalle di gol segnati subentrando dalla panchina, ma un po’ come il Partito Repubblicano che trovava il governatore Rockefeller troppo ingombrante per fare il Presidente degli USA, Pioli aspetta il più possibile a metterlo in campo – lui, il suo seggio lo ha già perso. Ha una delle nostre migliori opportunità negli ultimi 15 minuti (tre e mezzo di gioco effettivo), ma Bastoni sulla linea impedisce l’attuazione di questo giusto provvedimento.

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